


Ha fatto scalpore la notizia trapelata dalle porte di San Marino
Montellicciano (provincia di Pesaro) :
Una ragazza di diciassette anni ha avuto un incidente con la moto, guidata dal padre, ed il personale del 118 che l’ha soccorsa, tra cui il dottor Michele Nardella, ha riscontrato delle ferite alla gamba.
Per questo hanno deciso di portare la giovane al Pronto Soccorso più vicino, quello appunto del Titano (San Marino). Il personale ha rifiutato la paziente che è stata trasferita ad Urbino a circa 25km di distanza.’
La motivazione di questo rifiuto ha lasciato tutti di sasso: “La paziente non è cittadina sammarinese”.
Il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli si è indignato per l’accaduto
in quanto, nel 2016 era stato rinnovato un accordo di collaborazione sanitario con la Repubblica di San Marino.
Egli ha preteso delle spiegazioni, arrivate dal direttore generale dell’Istituto di sicurezza sociale, Andrea Gualtieri,
“In presenza di un codice giallo non c’era l’ urgenza prevista per accogliere la paziente“.
Il Direttore ha dichiarato che il Pronto soccorso può accogliere ‘cittadini non sammarinesi solo in casi di prestazioni urgenti ed il conto spese sarà saldato dal ministro della Salute Italiano.
Inutile spiegare la polemica, lo scontento e i dissapori causati da questo episodio.
Una vita umana vale meno di un confine geografico?
Certi che davanti ad un codice rosso il pronto soccorso del Titano accoglierà un paziente ‘straniero’,
le opzioni sono due:
- Tirare fuori il libretto degli assegni;
- Falsificare il luogo dell’incidente facendolo rientrare nei confini sammarinesi.
Con la speranza di non aver mai bisogno di affidarci alle cure mediche di San Marino, attendiamo un riscontro da parte di chi di dovere e magari delle scuse verso la paziente non assistita.

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