Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune
MONDRAGONE. L’AMBC ha fatto conoscere qualche giorno fa la storica e recentissima sentenza n. 8770 della Cassazione sui contratti derivati che, dando ragione al Comune di Cattolica (RN) nel contenzioso con la Banca Nazionale del Lavoro, ha dichiarato nulli tutti i derivati sottoscritti dai Comuni senza essere stati approvati da apposita delibera di Consiglio Comunale. Le Sezioni Unite hanno rivenuto quattro motivi di nullità dei contratti derivati (tutti motivi di nostro interesse). E per ciò che attiene all’autorizzazione da parte del Consiglio comunale come condizione di validità dellaconclusione dei contratti hanno scritto: “in tema di enti locali, l’autorizzazione di un contratto di swap da parte dei Comuni italiani, […] deve essere data, a pena di nullità, dal Consiglio comunale ai sensi dell’art. 42, comma 2, lett. i) del D.Lgs. n. 267 del 18 agosto 2000”. È una sentenza che fa giurisprudenza e permette a tutti i Comuni, finiti nella gabbia delle banche, di liberare risorse da destinare finalmente alle collettività locali. Il Comune di Mondragone ha ben 3 contratti derivati con tale banca apparecchiati a suo tempo dall’Amministrazione Conte, ma mai autorizzati dal Consiglio comunale. Il nostro comune è, quindi, nell’identica situazione del comune di Cattolica. Dopo l’Amministrazione Conte, fautrice di questo gravissimo “inguacchio” (tra i tanti altri), abbiamo avuto l’Amministrazione Cennami e poi l’Amministrazione Schiappa e, infine, l’Amministrazione Pacifico. Tutti quelli che stanno oggi in Consiglio comunale hanno avuto nel tempo la possibilità d’intervenire. Ma nessuno ha ritenuto di farlo, di impugnare cioè quei contratti, così come hanno fatto Cattolica e tanti comuni in Italia. Perché? Per incompetenza o per connivenza? A tutela di chi non avete messo in piedi iniziative ed atti per annullare quei contratti, per non pagare più e per liberarci di quell’ingiusto e -come sancito dalla Cassazione- illegittimo fardello? Dopo la pubblicazione della sentenza e le nostre prese di posizione ci aspettavamo almeno qualche reazione da parte di qualcuno al di fuori del Consiglio comunale. Ma nessuno ha fiatato. Il consociativismo non è soltanto dentro il Palazzo, ma é anche fuori! Il Comune di Mondragone è in default e lo era già prima della pandemia, anche a causa di quei contratti derivati. E in tre anni la coppia politica Pacifico-Zannini non è stata capace neppure di avviare i primi passi del necessario– e promesso– risanamento delle finanze locali. Anzi, le ha ulteriormente scassate. Una cattiva amministrazione per evidente incapacità, quella di Zannini e Pacifico, che non si riesce ad arginare a causa della mancata attività di controllo da parte delle preposte istituzioni e autorità di vigilanza. Per la verità, come si sostiene da più parti, non sono pochi i comuni in Italia ormai alla “canna del gas”. L’ANCI ha alzato la voce e ha chiesto soldi, mentre invece, come sostiene ATTAC Italia, avrebbe dovuto, in nome e per conto dei comuni che rappresenta: 1. rivendicare la sospensione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio; 2. aprire un conflitto sugli interessi dei mutui accesi con le banche e con Cassa Depositi e Prestiti, per i quali si pagano tassi del 4-5% quando il costo del denaro è vicino allo zero; 3. chiedere allo Stato di farsene carico, come stabilisce l’articolo 39 della Legge 8/2020, della quale non è stato approvato il decreto attuativo; 4. pretendere, così come è stato fatto per le imprese, di poter accedere a finanziamenti a tasso zero per il prossimo biennio. Ma l’ANCI –si sa– non è estranea alle logiche di parte, che spesso mal si conciliano con le rivendicazioni delle nostre comunità. Per questo, l’Associazione Mondragone Bene Comune propone al Consiglio comunale di aderire alla proposta di ATTAC Italia. Qui trovate tutti i materiali per farlo: 1. la lettera di presentazione dell’Ordine del giorno; 2. il testo dell’Ordine del giorno; 3. la delibera su questi temi approvata dalla città di Napoli . E propone, soprattutto, di annullare in autotutela quei contratti derivati, dichiarati illegittimi dalla Corte di Cassazione, sez. unite civili, sentenza n. 877/20, depositata il 12-5-2020, chiamando contestualmente in causa i responsabili di quell’operazione.
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