In carica dal 22 ottobre del 2022, il governo targato Giorgia Meloni, insieme al quale si è dato inizio alla XIX legislatura, l’altro ieri ha compiuto un anno. Governo a trazione Fratelli d’Italia e che gode anche del sostegno di Lega, Forza Italia e Noi moderati, i quali costituiscono la coalizione di centrodestra che si è presentata compatta alle ultime elezioni politiche, tenutesi nel settembre del 2022, riuscendo, secondo quanto pronosticato dalle intenzioni di voto, a vincerle con l’ottenimento di 238 seggi su 400 alla Camera e di 115 seggi su 205 al Senato. Primo governo italiano guidato da un Presidente del Consiglio dei ministri donna, traguardo unico nel suo genere. Tra critiche e applausi, possiamo individuare diversi passaggi che hanno caratterizzato il primo anno di esecutivo. Primo fra tutti il decreto rave (decreto legge 31 ottobre 2022, n.162) convertito in legge 30 dicembre 2022, n. 199, con modificazioni del decreto legge 31 ottobre 2022, n. 162, recante “misure urgenti in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia, nonché in materia di entrata in vigore del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, di obblighi di vaccinazione anti SARS-COV-2 e di prevenzione e contrasto dei raduni illegali”. L’introduzione nel codice penale dell’art. 633-bis è sicuramente il dato più importante del decreto rave. L’articolo stabilisce che “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma, nonché di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto”. Sebbene queste non siano state le uniche misure introdotte dal decreto, basti pensare alle prescrizioni sanitarie. Impossibile dimenticare, a novembre del 2022, la proroga delle misure contro il caro energia, in un momento molto difficoltoso per il nostro Paese. Sempre a novembre si ebbe anche la legge di revisione delle Costituzione 2/2022, che ha modificato l’articolo 119 della Costituzione, concernente “il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità”. A dicembre, in virtù del precedente decreto legge Ucraina, relativo a disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina, emanato dal Governo Draghi, per fornire aiuti militari a Kiev, la Meloni, con spirito di continuità, decide di riconfermare il nostro sostegno alla causa. A febbraio invece è iniziata la corsa all’autonomia differenziata, principio, quello del regionalismo differenziato, presente al terzo comma dell’art.116 della nostra Costituzione, il quale prevede la possibilità che alle regioni a statuto ordinario possano essere attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, sulla base di un’intesa tra lo Stato e la regione interessata, limitatamente però a determinate materie. Il ddl sarebbe perciò un’attuazione di tale disposizione, lasciata per lungo tempo fuori dal radar del legislatore, precisamente a partire dalla riforma del Titolo V della Parte II della Costituzione mediante legge di revisione della Costituzione 3/2001. Sembra che l’esecutivo stia lavorando anche alla riforma del premierato, ritenuta da alcuni rischiosa e da altri una vera e propria innovazione per il nostro Paese. Di una cosa possiamo essere certi, che se si riuscirà a portarla a termine, muterà completamente e radicalmente il nostro sistema di voto. Come dimenticare il decreto legge 10 marzo 2023, n. 20, il cosiddetto dl Cutro, riguardante “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”, varato, come gesto simbolico del governo, nella città da cui il decreto prende il nome, dopo la tragedia che ha visto perdere la vita a 180 migranti a seguito del naufragio dell’imbarcazione che li trasportava. Evento verificatosi nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. La storia del del primo anno del governo Meloni è però anche legata alla fine del RdC (Reddito di Cittadinanza), che verrà abrogato a partire dal 1 gennaio 2024, volutamente sostituito con altre due misure: l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro. Come dimenticarsi di un evento che ha generato sofferenza nel cuore di tutti noi e soprattutto difficoltà per coloro che ne sono rimasti colpiti, seppur col sostegno di un intero popolo, parlo, ovviamente, dell’alluvione in Emilia Romagna, dove si è ormai generato un scontro diretto tra l’esecutivo e il governatore romagnolo Stefano Bonaccini. Infine ritroviamo il ddl Nordio sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio e il decreto legge Caivano (decreto legge 15 settembre 2023 n. 123) riguardante “misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”, resosi necessario dopo alcuni eventi riguardanti violenze da parte di minori, verificatesi nella città da cui il decreto prende la denominazione e dove lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni si è recato per sottolineare di come da questo momento in poi lo Stato italiano è ritornato ad essere vigile in quelle terre.