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Ansia universitaria

DiRuggiero Vallario

Nov 19, 2023
Sad face sign. Free public domain CC0 photo.

Il 17 novembre si è tenuta la giornata internazionale degli studenti. Ricorre ogni anno nell’anniversario degli eccidi nazisti di studenti e professori cecoslovacchi che si opposero alla guerra nazista, ed è dedicata alla rivendicazione del diritto allo studio e del diritto degli studenti ad esprimersi. Quest’anno uno dei diritti che nella ricorrenza ha alzato dibattiti è stato il benessere psicologico dello studente, al punto tale da spingere molti di loro a scendere in piazza in segno di protesta. Recentemente Skuola.net ha condotto un’indagine su un campione di 600 ragazzi e ragazze nel pieno del proprio percorso accademico, da cui sono emersi dati sconcertanti relativi alla tematica messa in evidenza nelle primissime righe di questo articolo. Dall’indagine si è riscontrato che oltre 7 universitari su 10 ammettono di percepire la pressione generata dalle aspettative esterne rispetto ai loro risultati. La ricerca è stata stimolata da una studentessa universitaria del corso in Scienze della Comunicazione presso l’Università dell’Insubria, che ha deciso di affrontare il tema nella sua tesi, titolata “L’alterità come ricchezza il marketing inclusivo e le sue sfumature etico sociali”. Pare che tutti quelli che stiano cercando di laurearsi abbiano provato una qualche forma di pressione mista ad ansia. Oltre un terzo degli intervistati (37%) ci vive costantemente. Un quota simile (34%) ne viene attanagliata spesso e volentieri. Una percentuale non indifferente (17%) la percepisce giusto ogni tanto, a ondate. Alla fine, appena 1 su 10 si dichiara immune a qualsiasi condizionamento. Un ruolo determinante nella formazione del malessere proverrebbe dalle famiglie. Circa 6 studenti su 10 includono la figura genitoriale tra i fattori di pressione. Pare che i genitori cerchino di generare nei figli una corsa, una fretta nel conseguimento del titolo. Un altro elemento che contribuisce alla crescita della pressione secondo il 51% degli studenti universitari sarebbero gli amici. Un altro fattore è rappresentato invece dagli organi di informazione. Quasi la metà degli studenti sotto stress (42%) ritiene che l’ansia sia procurata anche dai media, i quali forniscono storie di giovani geni, di studenti precoci e con alti rendimenti, storie di successo che anziché ispirare scoraggiano gli studenti. Sembra che molti studenti in virtù di tutto ciò si rifugino nella menzogna, nella bugia. Più di 1 studente universitario su 2 confessa di aver detto almeno una volta una bugia riguardo al proprio percorso accademico. Per circa 1 studente su 6 si tratta di un qualcosa che è ormai diventata consuetudine. Dall’indagine è inoltre emerso che molte di queste problematiche potrebbero essere attenuate, secondo gli studenti universitari, attraverso la trasmissione di valori come la sana competizione, la natura unica del percorso universitario di ogni studente e attraverso una sensibilizzazione della fragilità delle nuove generazioni. Il direttore di Skuola.net afferma che il sistema 3+2 dei corsi di laurea che si è ottenuto attraverso la riforma del sistema universitario di fine millennio rappresenti una causa notevole del fenomeno dei fuoricorso. Tempo fa laurearsi era comune e i fuoricorso erano poco diffusi dice Grassucci. La riforma del sistema universitario ha moltiplicato i corsi di laurea e il numero dei laureati ma ha anche generato nelle famiglie un senso di obbligo nel conseguimento del titolo.

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